#22 - Dai, resisti un altro pò
Salvate questo giocatore dalla sua duttilità, l'allenatore più creativo d'Italia e sì, pensavo di morire e invece...
Nell’episodio 22 di Contesto ↓
🤕Salvate Raspadori dalla sindrome di Federico Bernardeschi
💡L’allenatore più creativo d’Italia
🏃🏼♂️ Pensavo di morire e invece che goduria
Bari, 2 Gennaio 2025 - Buon anno a tutti
Nel 2014 J.Cole pubblica “Forrest Hills Drive”, l’album che contiene uno dei miei brani preferiti in generale, Love Yourz (ama ciò che hai). Sono passati 10 anni ed è stata rilasciata una nuova versione. Anche “Winter Wonderland” è molto bella
❺ Contestualizziamo: cos’è successo in 5 punti
Milan: Fonseca ha allenato da esonerato. Al suo posto Conceiçao verso cui, teoricamente, nutro fiducia. Cosa aspettarsi da Conceiçao? Un accenno veloce qui
Palladino ci spiega come ha trasformato Kean da attaccante da zero gol in una stagione a quasi capocannoniere del campionato. Fa ridere pensare che per alcuni, ora, quello forte è lui e non Vlahovic ↓ dal minuto 3:35
Raspadori decisivo prima di lasciare Napoli, forse. Anche se Conte ne parla bene e lo prova… centrocampista? Ennesimo caso di un giocatore bravo a far tutto, ma che per il problema della duttilità non trova fissa dimora fino (spero non accada anche a lui) a perdersi. Si chiama la sindrome di Federico Bernardeschi
"Raspadori ce la stiamo inventando come scelta, ci sto lavorando come interno di centrocampo - ha detto l'allenatore -. Aggiungere qualità in partite bloccate come oggi può rappresentare per noi un'opzione importante
Bastoni ci certifica che l’Inter era calata, e ora è addirittura cresciuta. Dopo il 3-0 a Cagliari, il suo primo gol in questo campionato, il 18° giocatore diverso dell’Inter (record), dichiara: “Abbiamo fatto un altro step [di crescita]. Se non la sblocchiamo stiamo tranquilli. Penso che lo switch è stata la partita con la Juve. Punto più basso e dovevamo cambiare. Non c’era concentrazione e stessa voglia dell’altro anno” Quindi ciò che avevamo notato era vero, il banale ‘fattore mentale’ era vero. Appagamento. Sazietà. E’ tornata la fame, 18 gol fatti, 0 subiti nelle ultime 5 trasferte.
Estero. Il Barça, per tesserare nuovamente Olmo, sta ipotecando parte dello stadio. La Liga non è convinta. Articolo di Gazzetta dello Sport
🧠 MT3: La Mossa Tattica della Settimana | L’allenatore più creativo d’Italia
Lo so, parliamo spesso di lui, ma che ci devo fare? E’ troppo interessante.
Marco Baroni ha fermato l’Atalanta. Dopo 11 vittorie consecutive Gasperini si ferma a Roma in un bel pareggio, tatticamente e tecnicamente la più bella partita della 18a giornata. Che cosa ha preparato Baroni per neutralizzare l’Atalanta?
Leggi questo dato 😦
Atalanta 0.11 xG (gol attesi) nel 1° tempo. Generalmente viaggia a 0.96 per tempo. Le idee di Baroni valgono un -88.5% nella pericolosità dell’Atalanta
Come ha fatto? Studiando e replicando Inzaghi, che contro Gasperini viene da due 4-0 consecutivi. Due risultati rotondissimi perché la qualità dei singoli dell’Inter è eccezionale, ma anche perché il piano gara è superefficace.
Come usare idropompa su un pokèmon di tipo fuoco, no?
Da manuale covercianese i due modi per fare del male a una squadra che marca a uomo sono:
dribblare → ti supero e posso andare in porta da solo perché tutti gli altri sono accoppiati
cambiare le posizioni → porto i diretti avversari in zone di campo in cui si sentono a disagio
Nell’1-0 di Dele-Bashiru, scelto da Baroni al posto di Dia la metà dei giocatori della Lazio si trovano in una posizione diversa rispetto a quella teorica di partenza confondendo gli accoppiamenti e portando De Roon, ultimo uomo, a rincorre Dele-Bashiru
Nuno Tavares difensore centrale, Romagnoli terzino. Rovella mezzala e non play. Castellanos mezzala destra. Dele-Bashiru punta. Questa la Lazio nell’azione dell’1-0.
Così fludia la Lazio non l’avevo ancora vista. Ma Baroni è così, creativo. Forse il più creativo d’Italia
🏃🏼♂️ Pensavo di morire, e invece che goduria
Mio fratello corre. Corre un sacco. Anche io corro, ma 5-6 km, oppure a una quarantina di minuti al massimo. Qualche giorno fa per la prima volta siamo andati insieme sul lungomare di Bari, con l’idea di smaltire i pasti pesanti dei tre giorni natalizi, 24, 25 e 26 dicembre. Immaginate quanto fossi appesantito!
Gambe di legno, schiena cigolante e anche un pò di freddo a cui non sono ancora abituato. Insomma, totalmente fuori dalla zona di comfort.
Giuseppe, arrivati a destinazione già oltre i 4km - il che significa 8 totali per tornare a casa, già un paio in più rispetto ai miei standard - mi sprona a fare altri metri fino a un altro punto. Infastidito dalla richiesta e stanco ho obbedito. Arrivati lì, mi ha chiesto ancora un altro sforzo. L’ho fatto.
Alla fine la distanza percorsa all’andata è stata di 5.5 km a ritmi abbastanza elevati rispetto ai miei standard. Mi giro, torno indietro ansimante penso: “come faccio ad arrivare a casa? Non rischio di morire se passo da 5 a 11km?”
Nel frattempo vado.
Aggravante: di solito indosso le cuffie mentre corro per distrarmi con qualche podcast calcistico, storico, di finanza. Qualsiasi cosa che mi distragga da un’attività che, onestamente, proprio non amo fare. Questa volta non avevo neanche una distrazione.
“Mi fermo, prendo un monopattino e torno a casa. Ah, non ho neanche il telefono. Niente, un passo alla volta vado”
Nel frattempo accade qualcosa di strano intorno all’7° km: mi dimentico di essere in movimento, mi dimentico della stanchezza perdendomi in altri pensieri.
“Come posso fare a creare un piano editoriale sostenibile su YouTube? Non voglio impazzire. Potrei pensare di popolarlo prima con degli shorts e poi partire a fine stagione, in ottica 2025/2026”
Passano i metri e guardando il mare: “Quest’estate mi piacerebbe andare in Grecia, non ci vado da tanto. Magari, finalmente, possiamo prenotare una gita in catamarano”
A metà strada mi accorgo di aver superato la soglia della finta stanchezza, quella del limite auto-imposto e penso: “ma quanti altri limiti mi fisso senza sapere che in realtà sono già di un livello superiore?"
Sono felice. Provato, sì, perché di km ne ho percorsi 8,5 o 9, ma felice come non mi accadeva da un pò.
Devo ringraziare mio fratello perché mi ha sbloccato emotivamente e fisicamente, e vi riporto questa storia perché so che può tornarvi utile. Mi sono ricordato quanto:
Si migliora confrontandosi con altri più bravi di noi, ma senza invidia. Rubando, lasciandosi trasportare. Accettando la sofferenza del ‘non so fare’ per arrivare alla gioia del ‘so fare anche io’
Ci imponiamo dei limiti teorici che possiamo frantumare e ritrovarci oltre il confine autoimposto a pensare ad altro. Pazzesco
Arrivo a casa dopo gli 11 km con una carica provata poche volte nella mia vita. Mi doccio, inizio a lavorare. Scrivo l’ultimo episodio di ‘Stropicciati gli occhi’.
Poi arriva Giuseppe sudatissimo per 20 percorsi: “oggi sono un pò stanco anche io, ma almeno ho vissuto tutta la città”
Forse la corsa non è così noiosa.
Proprio nello sforzo enorme e coraggioso di vincere la fatica riusciamo a provare, almeno per un istante, la sensazione autentica di vivere. Murakami, L’arte di correre
A presto,
Nic
P.S. Se ancora non sei dentro, ti aspetto su whatsapp, dove lascio gli appunti da tutte le gare di Serie A → Può tornarti utile per il fantacalcio e non solo